Un argomento centrale nella letteratura delle arti-terapie e nella mia visione del fotocounseling è lo specchio; si tratta di un tema di ispirazione di pensatori e artisti fin dagli albori della civiltà.  Perseo, per non rimanere vittima dello sguardo petrificatore di Medusa, la combatte e la sconfigge guardandone l’immagine in uno scudo lucido come specchio.

Già nel mito vi sono due interessantissimi spunti di “riflessione”:

-          Perseo combatte guardando un’immagine speculare: l’immagine è abbastanza “reale” e utile da consentire all’eroe di orientarsi e di combattere una furiosa battaglia;

-          quell’immagine speculare non ha però il potere di Medusa: l’immagine non è Medusa e guardarla non ha lo stesso effetto letale del guardare Medusa.

 

Francesco Maffei, Perseo e Medusa, Venezia, Gallerie dell’Accademia

 

Questi due punti hanno a che fare con la contrapposizione tra immagine e realtà che è un tema centrale nella fotografia come forma di arte ma anche come strumento documentario e giornalistico.

Al tempo stesso, questa dicotomia tra immagine e realtà è una delle chiavi della modulazione dell’uso della fotografia nel fotocounseling: la fotografia è abbastanza facile, immediata ed evocativa, da aprire una via di accesso all’interiorità, da consentire di puntare, di scrutare, di fermare, di esprimere un’idea, un’emozione, uno stato interiore con un semplice scatto ma è, al tempo stesso, così difficile, così codificata, così simbolica, così semantica, così tecnicamente complessa che ben poco è consentito ed ottenibile se non a prezzo di riflessione, pre-visualizzazione, consapevolezza di valori e significati, progettazione, preparazione tecnica, esecuzione attenta, presentazione oculata.