La parola inglese mindfulness viene usualmente tradotta in italiano con il termine consapevolezza.

La traduzione e' un po' approssimata perche' in italiano con essere consapevole  si intende il sapere qualcosa, sapere di fare qualcosa, sapere di sentire qualcosa. Qui invece il senso ha a che fare con l'essere più che con il sapere. Per illustrare questa sottile differenza possiamo pensare a cosa vuol dire sapere di respirare - o sapere come si respira - e respirare. Un esperto di fisiologia saprà dire come si respira e riuscirà ad illustrare ogni parte del corpo coinvolta, spiegandone il meccanismo di funzionamento. Mentre spiega come funziona la respirazione egli stesso respira e probabilmente sa che sta respirando, però quasi sicuramente non sente che sta respirando. Non sta attento alla ricchezza delle sensazioni fisiche che il corpo restituisce durante l'atto del respirare.

Porre l'attenzione su questa ricchezza di sensazioni fisiche e' il compito iniziale che l'esercizio della mindfulness propone nell'avviare un percorso di consapevolezza che abbracci tutto l'essere: sensazioni, pensieri, emozioni ed azioni.

Lavorando in gruppo, ci proproniamo di:

  • avvicinarci alla meditazione di consapevolezza cercando una chiave di liberazione dai condizionamenti;
  • utilizzare la mindfulness come strumento di gestione dello stress, educando la funzione mentale dell'attenzione;
  • educarci all'intelligenza emotiva, per imparare a riconoscere le emozioni e per capire come desiderio e repulsione incidano sulla nostra volontà e sul nostro comportamento;
  • imparare a scegliere e ad agire in modo consapevole.

E' un mio particolare interesse la ricerca di integrazione tra mindfulness e fotografia, in cui quest'ultima viene utilizzata come strumento di osservazione e di accettazione della realtà nonché come facilitatore della relazione.